Marco Buttu, 06 Nov 2023 - 4 minuti di lettura
Questa domanda mi è stata posta di recente da un ragazzo delle scuole superiori, e sono rimasto sorpreso. Non mi aspettavo che un adolescente potesse incuriosirsi più dal denaro che dalle condizioni di vita surreali, dai rischi e dai problemi interpersonali del gruppo di persone più isolato al mondo. Adesso che mi trovo in Nuova Zelanda, a due ore dalla partenza per l'Antartide, ho il tempo di rispondere pubblicamente. Prima di darvi un numero vi chiedo però di pazientare un minuto per riflettere sulle prossime righe.
La prestigiosa rivista Science ha pubblicato un articolo intitolato The Psychological Consequences of Money. Gli autori dell'articolo si sono chiesti cosa accada alla mente delle persone che pensano al denaro. Per farlo hanno compiuto degli esperimenti nei quali un gruppo di persone veniva stimolato a pensare inconsciamente al denaro. Ad esempio, in un caso avevano disposto delle banconote dei Monopoli nel tavolo di fronte ai soggetti, senza che loro sapessero il perché. In un altro caso avevano posto uno schermo vicino ai soggetti, e lo screensaver mostrava immagini di banconote galleggianti nell'acqua. I soggetti, ignari del fatto che fossero inconsciamente stimolati a pensare al denaro, avevano svolto un compito stabilito dagli autori dell'articolo. Lo stesso compito era stato assegnato ad altri soggetti non stimolati dal denaro.
Ecco il risultato: i soggetti stimolati inconsciamente dal denaro si sono comportati, nei compiti a loro assegnati, in modo più egoistico. Sono stati meno disposti a dedicare il loro tempo ad aiutare chi gli stava vicino. In altre parole: pensare al denaro favorisce l'individualismo, rende riluttanti a legare con gli altri.
É cosa di poco conto essere più egoisti? Provo a rispondere con un'altra domanda: cosa comporta essere egoisti? L'egoismo, il compiere azioni per il nostro interesse personale piuttosto che per una visione più ampia, collettiva, ci porta ad essere possessivi, e riflettendo ci rendiamo conto che la possessività è la principale causa dei nostri problemi, dei nostri malesseri sociali e individuali. É la fonte delle nostre gelosie, degli attaccamenti a oggetti materiali, a persone e idee (tieni a mente questo numero: x=4). É la possessività a farci star male quando desideriamo il superfluo che non abbiamo, quando pensiamo al tradimento del nostro partner, quando altri ottengono riconoscimenti al posto nostro, quando vogliamo convincere qualcuno delle nostre idee. I bambini, per via della possessività, delle prime manifestazioni dell'ego, possono strappare i giocattoli dalle mani dei compagnetti. La possessività inizia in questo modo e poi evolve con noi bambini diventati adulti che suddividiamo il pianeta marcando dei confini, per poi commettere atrocità spinti dalla brama di nuovi possedimenti.
Quindi, se veramente vogliamo vivere in un mondo migliore, dobbiamo compiere azioni concrete guidate dalla visione di un benessere globale. Ad esempio, schierarsi da una parte o dall'altra in merito a una guerra, come fosse una partita di calcio, non serve a nulla se non a farci sprecare energie e alimentare ulteriormente conflitti. Possiamo invece impiegare quelle energie, il nostro tempo, per fare davvero qualcosa di utile e concreto, anche al fine di evitare futuri conflitti planetari.
Ad esempio, visto che l'egoismo è la causa principale dei nostri problemi, sforziamoci di essere meno egoisti e diffondiamo i valori di una cultura pacifica e collaborativa. Possiamo farlo pensando il meno possibile al denaro, visto che è stato dimostrato che pensare al denaro ci rende più egoisti. Vi invito a farmi compagnia nel mettere in pratica il seguente proposito: ogni volta che abbiamo un pensiero sul denaro lo rimpiazziamo con la domanda "Cosa posso fare oggi per rendermi utile nell'aiutare gli altri?"
Bene, adesso sono fiducioso sul fatto che possiamo riprendere la questione del compenso antartico e scacciarla via dalla mente poco dopo, sostituendola con il pensiero sull'altruismo.
Al termine della spedizione annuale a Concordia ritrovo in più nel conto un importo di circa 20.000*x euro (20.000 moltiplicato per x), comprensivo di tutto, ovvero del mio stipendio e della diaria antartica. Ho scritto "circa" perché la cifra esatta in realtà non la conosco, principalmente per i seguenti due motivi: 1) buona parte del compenso viene calcolata in dollari e quindi l'importo versato in euro varia di anno in anno perché dipende dal tasso di cambio; 2) non mi interessa sapere con esattezza quanto guadagno in Antartide, non perché sia ricco (infatti non lo sono) ma perché con consapevolezza, per i motivi spiegati sopra, evito di pensare al denaro.
Detto ciò, spero stiate già scacciando il pensiero sul denaro rimpiazzandolo con l'idea di fare qualcosa di utile per gli altri, e quindi anche per voi stessi, perché aiutare gli altri è ciò che di più gratificante esista.