Marco Buttu, 20 Giu 2024 - 3 minuti di lettura
Questa è una breve introduzione alla sequenza di posture (asana) che mostreremo nei prossimi video. La pratica si chiama Ashtanga Vinyasa Yoga ed è nata nel secolo scorso grazie al maestro indiano Tirumalai Krishnamacharya, e al suo studente K. Pattabhi Jois che ha ordinato le posture in varie sequenze (serie).
Proporremo varianti semplificate adatte a chiunque e versioni complete per i più intraprendenti. La prima serie, oggetto di questo corso, è composta da un totale di 41 asana suddivise in diverse sezioni, comprendendo sequenze di saluti al sole, posture in piedi, posture sedute e posture finali.
È una pratica dinamica ed è importante seguire il ritmo dei movimenti legati al respiro, come potete vedere nel video in fondo alla pagina. Praticate con regolarità e disciplina (abhyasa), almeno tre volte alla settimana (idealmente sei), ritagliandovi un momento della giornata tutto per voi in una stanza calda priva di distrazioni. Possibilmente, praticate sempre alla stessa ora, a stomaco vuoto. È una sequenza di posture che fa sudare, per cui non mancate di bere in abbondanza e mangiare frutta e verdura dopo la pratica.
Con le sequenze statiche, dove le posture sono tenute a lungo, è più facile mollare la presa e vagare con i pensieri. Con le pratiche dinamiche come l'Ashtanga Vinyasa Yoga, specialmente se si frequenta una shala con buoni insegnanti, è più difficile distrarsi. L'effetto, oltre ai benefici fisici, è che si svuota la mente dai pensieri. Conoscerete qui delle brave insegnanti con le quali praticare in shala per ottenere il massimo risultato.
Personalmente, preferisco chiamare questo metodo 'Mysore vinyasa', anziché 'Ashtanga vinyasa yoga'. Il nome Mysore vinyasa è appropriato sia perché la pratica è nata a Mysore, sia perché si basa sul concetto di 'vinyasa', cioè sui movimenti sincronizzati con il respiro che collegano una postura alla successiva. La parola 'ashtanga' non ha nulla a che vedere con questa pratica; immagino sia stata inserita nel nome a causa di un'incomprensione dei primi occidentali andati a Mysore alla scoperta dello yoga, negli anni '70 del secolo scorso. Il loro insegnante, K. Pattabhi Jois, non parlava inglese (sua figlia traduceva per lui), e il nome della scuola era Ashtanga Yoga Research Institute. Suppongo abbiano frainteso la parola ashtanga presente nel nome della scuola, e sicuramente centrale negli insegnamenti di P. Jois, associandola alla sequenza di posture fisiche che rappresentava per loro la pratica principale. Più avanti , quando parlerò del metodo di Patanjali, spiegherò il significato della parola 'ashtanga'.
Come riferimento per l'intera sequenza potete guardare il video qua sotto. Non spaventatevi se vi sembra impossibile, nei prossimi video mostrerò tutte le semplificazioni del caso, in modo che possiate adattare la pratica alle vostre esigenze.